La “MYA” storia con i Riti Tibetani
La MYA storia
con i Riti Tibetani
Ho incontrato i Sette Riti Tibetani, o Yoga della trasmutazione sessuale, nel 1996, quando insegnavo varie discipline in centri sportivi svizzeri.
Un gruppo mi chiese di tenere un corso per loro, poiché la loro guida partiva per l’India. Mi misero in mano il libro “I cinque tibetani”. Inizialmente rifiutai, consapevole che i Riti non s’improvvisano, nonostante l’apparente semplicità del libro di Peter Kelder.
Nei mesi successivi, praticai da sola, sperimentando sul mio corpo e applicando le mie conoscenze di biomeccanica del movimento, annotando scrupolosamente i benefici psico-fisici.
Solo dopo un anno di pratica costante, mi sono sentita pronta a insegnare questo metodo dinamico a un gruppo di volontari, avviando un corso sperimentale chiamato “ChakrasGym”.
Il diploma come insegnante di Riti Tibetani è arrivato anni dopo grazie all’amica e Maestra Silvia Salvarani (unica abilitata a rilasciare certificazioni e purtroppo recentemente scomparsa), che nel 2017 ottenne il riconoscimento di Maestra YOGA dei Sette Riti Tibetani da Progetto Italia, ente di ricerca scientifica accreditato dal Ministero dell’Istruzione.

Nel corso sperimentale “ChakrasGym” praticavamo i Riti Tibetani in gruppo tre volte a settimana, con sessioni individuali negli altri giorni, seguite da momenti di confronto. Parallelamente, tenevamo un diario personale per monitorare i progressi, approfondivamo lo studio dei chakra e cercavamo di interpretare gli eventi quotidiani come riflessi del nostro mondo interiore. I risultati furono notevoli e ne conservo un ricordo vivido. L’unica particolarità del primo gruppo era che composto solo da donne, “bellissime&chakrissime”, ma pur sempre donne.
Questa osservazione mi porta a riflettere sull’origine dei Riti nei monasteri maschili, luoghi di astinenza e castità. In un contesto di monaci, la “ri-conversione” dell’impulso sessuale assume un’importanza cruciale, data la continua produzione di spermatozoi negli uomini, un’urgenza biologica più incalzante rispetto al ciclo femminile. La gestione della sessualità, anche solo per ridurre le polluzioni notturne, richiedeva soluzioni efficaci in quelle comunità maschili di diverse età, onde evitare i problemi che si riscontrano in Occidente.
Nonostante ciò, non credo che i Riti siano “a misura di maschio”, ma è indubbio che gli uomini ne traggano un beneficio proporzionale alla loro potente spinta naturale. Le donne, invece, hanno il compito di incarnare il Femminino Sacro, irradiandolo sul partner e sui figli. La pratica quotidiana dei Riti si rivela un valido supporto per potenziare il benessere psico-fisico e stimolare le energie necessarie per un percorso esistenziale, spirituale più ampio.
Il Sesto Rito rimane fondamentale per entrambi i sessi, insegnando a riconoscere e indirizzare consapevolmente gli impulsi, evitando dispersioni. Personalmente, trovo che la sua pratica sia molto soggettiva, poiché la quantità e la qualità dell’energia sessuale trasmutabile variano individualmente.
Nella mia esperienza, per percepire la trasmutazione con il Sesto Rito, sento la necessità di eseguire i primi cinque in sequenza continua, senza pause, visualizzando l’energia sessuale che ascende progressivamente per evitare che collassi. Il risultato è una quiete dell’impulso sessuale e un surplus creativo da reinvestire. Questo “quid creativo” è sempre stato centrale nella mia vita, parallelamente al mio lavoro iniziale in centri medico-sportivi, dedicandomi all’arte (www.myalurgo.art) e agli studi esoterici, in particolare al cristianesimo mistico rosacrociano di Max Heindel (teosofo, contemporaneo di R. Steiner).
Ho sperimentato anche l’alternanza dei Riti con yoga, pilates e stretching, ottenendo un benessere generale, un miglioramento della sindrome pre-mestruale e una maggiore elasticità. Tuttavia, non ho percepito una reale trasmutazione sessuale con la triplice ripetizione del Sesto Rito in quel contesto, poiché mancava il mio consueto “sintomo” di riconoscimento: una salivazione con un vago sapore metallico o ferroso, un’esperienza che so essere condivisa anche da altri praticanti.
Per me, tre fattori si sono rivelati determinanti: le chiusure ermetiche (bandha), il respiro circolare protratto durante l’esecuzione dinamica dei primi cinque Riti (prestando attenzione a non accelerare troppo per mantenere una corretta respirazione nasale), e la presenza di “materiale/energia sessuale” non consumata da “offrire a potenze superiori”. Senza questo accumulo, dato da una sorta di “ritenzione sessuale”, non credo possa esserci una vera riconversione energetica.
In conclusione, dopo anni di pratica e confronto, continuo a considerare i Riti una risorsa preziosa per ogni ricercatore spirituale, intendendo con ciò chiunque sia disposto ad andare “contro natura”, sfidando la cieca legge della riproduzione per la specie e trasformando le abitudini interiori che ci limitano alla sola dimensione umana. Il nostro destino, come esseri di buona volontà e libero arbitrio, è ben più elevato. Sono certa che l’elisir di eterna giovinezza si riferisca all’eterizzazione del corpo, preparandolo a essere veicolo per la nuova era.
I benefici visibili sulla vitalità sono evidenti, un’esperienza diretta lo conferma: il rinvigorimento esteriore e la rigenerazione interiore si riflettono a vicenda. Ma la vera rivoluzione riguarda la sessualità, e i Riti Tibetani sono una tecnica per non disperdere l’energia creativa, agendo a tutti i livelli: dalla materia all’eterico, dall’emozionale al mentale, fino all’anima, intesa come essenza per nutrire lo Spirito in noi.
La sessualità in sé non è “negativa”, ma acquisire consapevolezza della propria passionalità e dei propri eccessi è cruciale per evolvere.
L’energia fluisce verso il basso o verso l’alto, e noi siamo energia, what else?
Mya Lurgo
Mya Lurgo, nata a Bordighera il 30 maggio 1971, diplomata in lingue si dedica successivamente alla formazione sportiva (diploma Federale), aprendo e gestendo tre centri di medicina sportiva in Ticino, Svizzera. Dal 1996 si concentra sullo studio, la pratica quotidiana e l’insegnamento dei Riti Tibetani. L’arte e la spiritualità sono le passioni coltivate sin dall’infanzia. Il percorso espositivo inizia anch’esso nel 1996 e prosegue tutt’ora, a tempo pieno, integrandosi alla ricerca spirituale principalmente incentrata sul cristianesimo mistico.
L’intera ricerca è presente sul sito www.myalurgo.art e gratuitamente scaricabile in formato PDF.
Il volume Acentrismo: dal sogno dell’ego alla divina realtà, edito da Bellati Editore e il successivo e-book L’Immateriale di Yves Klein incontra l’acentrismo dispiegano il congiungersi di arte e spiritualità.